_PER SEMPRE FRATELLI

PER SEMPRE FRATELLI

«Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene»
(Teresa Sarti)

Alla fine del 2010 ebbi uno scambio epistolare con lo scrittore Diego Cugia, incrociato tramite Emergency. Nel 2009, appena registrata “Fratelli”, canzone dedicata a Teresa Sarti Strada, gliela feci ascoltare. Egli pensò di inoltrarla a un suo amico, esperto e famoso discografico in pensione. Questa persona, di cui non mi svelò il nome, mi fece una critica che Cugia chiese di non divulgare. E non la divulgo, anche se mi permetto di citare una frase dura e bella: “Ovviamente, se avessi ancora un’etichetta ci lavorerei, ha talento ma lo spreca”.
Quando lavoravo con Emergency imparai a distinguere nettamente la promozione — e l’autopromozione — degli artisti dalle attività di informazione e di raccolta fondi dell’associazione, come dagli ambiti di campagna elettorale, se non altro per poter dire che Emergency è indipendente e neutrale. Lo facevo con una modica dose di integralismo. Saranno stati quei quasi quindici anni di lavoro, ma adesso applico lo stesso metodo con i miei concerti: evito di suonare nei contesti elettorali o di propaganda partitica, qualunque sia il partito in questione.
Eppure non sono propriamente neutrale: sono un libertario, per definizione dalla parte dell’anarchismo e distante da qualsiasi schieramento politico con sede nei Palazzi del potere.
Entrai nell’associazione poco prima del 2000 e vi lavorai come volontario attivo sul territorio, senza risparmiarmi, fino al 2013. Infine, a metà gennaio 2019 rassegnai le dimissioni dall’assemblea dei soci, l’ultimo legame che mi teneva ufficialmente legato a essa.
Però, proseguo imperterrito nella convinzione che lo strumento guerra debba essere abolito, unica maniera — condizione necessaria ma non sufficiente — per fondare un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza.
Alcune amicizie nate in quell’ambito sono ancora intatte, anche se qualche collega sorrideva quando in vista delle assemblee riceveva una mia mail con scritto: «Caro Pino, ti informo che non parteciperò all’assemblea (per ottimizzare le mie risorse economiche) e che non delegherò nessuno (per onorare la mia condotta anarchica)».
Dal 2013, una volta alleggeritomi degli impegni, ho ripreso a esibirmi dal vivo e a coltivare questo vizio del fare musica. Ma ho ripensato spesso a Teresa Sarti e tuttora mi capita: ricordo una sua intervista televisiva, a proposito della guerra all’Afghanistan in seguito agli attentati del 11 settembre a New York. Il giornalista le chiese: «E voi di Emergency cosa fareste al posto della guerra?». Teresa, con naturalezza e intelligenza, rispose: «Per esempio, costruiremmo e gestiremmo ospedali per garantire a tutti il diritto a essere curati».  Era il primo di settembre del 2009 quando Teresa se ne andò. Pochi giorni dopo, per l’incontro nazionale dei volontari di Emergency, un po’ figli suoi, piantammo un acero rosso in un’aiuola a Firenze, dedicato alla sua memoria. La sera brindammo con un bicchiere di vino, qualcuno si ubriacò, e decidemmo di chiamare quel ricordo resistenza.
E, in certe sere d’estate, quando nell’afa milanese o in quella sarda, davanti a un bicchiere di mirto, mi ritrovo con Pino, ripeschiamo ricordi e ci diciamo che Carlo Garbagnati era una sorta di faro sulle questioni sociali e morali, e Cecilia, e Teresa, e Gino Strada…
Una volta entrato dentro quell’associazione lì si resterà per sempre, col chiodo fisso che la guerra è una merda, dove le conseguenze sono esclusivamente morte e distruzione, dove il nemico che soccombe è quasi sempre un civile e spesso porta il pannolino e il ciuccio. Per sempre fratelli.

Una colomba fa il nido
scavandoti i capelli
in fondo sono tutti fratelli
dici con un sorriso timido
pedine nel gioco della guerra
sotto un cielo livido
e in fondo anche per questi fratelli
il buio può essere gelido
[…]
Adesso mi si svuotano gli occhi
non riescono più a trovarti
bella ciao che non smetto di amarti
e ti rifletti in tutti gli specchi

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