“Cristoforo Colombo” in onda su Radio Rai 3 nella trasmissione L’idealista con Valerio Corzani

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“L’idealista”, trasmissione radiofonica condotta da Valerio Corzani su Radio Rai 3, il 17/11/2016 ha sviluppato il tema delle canzoni dedicate agli esploratori.

In ogni epoca uomini ardimentosi osarono spingersi al di là della rassicurante linea del proprio orizzonte per affrontare l’ignoto.

Questa la lista delle cinque canzoni selezionate:

Hugh Masekela “Vasco Da Gama” (The Sailor Man)

Schvédranne “Amerigo Vespucci”

Al Stewart “Lord Grenville”

Nicola Pisu “Cristoforo Colombo” (17’30”)

Franco Battiato “Shackleton”

Ascolta il podcast

Il conduttore Valerio Corzani cita un’intervista che Claudia Erba fece su Sardegnareporter, di cui si riporta uno stralcio:

(C. Erba) “Storie in forma di canzone” (2013) contiene l’ironica e dolente “Cristoforo Colombo”, che sembra accogliere la lezione pirandelliana e trasformare il riso in pietà. La solitudine di Cristoforo Colombo, che emerge prepotentemente dal suo brano, così come dalla gucciniana “Cristoforo Colombo” e dalla dalliana “Sulla rotta di Cristoforo Colombo” è emblematica della condizione umana?

(N. Pisu) Un po’ c’entra la lezione pirandelliana e affiorano gli aspetti comici come avvertimento del contrario, ma nel caso della mia canzone la lezione più importante è quella del celebre chansonnier francese Georges Brassens. Infatti, il pezzo è abbastanza sarcastico ed irriverente. D’altra parte, il mio scopo era demolire l’eroe Colombo per restituire l’uomo, con le sue debolezze, la vigliaccheria e, per certi versi, la crudeltà. Addirittura l’ho dipinto un po’ incompetente, anche se presumibilmente era piuttosto capace nel suo mestiere di navigatore. Abile in fatto di navigazione e oltremodo scaltro. Basti pensare che, in uno dei suoi viaggi nelle Americhe, quando si ritrovò disperso in una baia, senza cibo per i suoi uomini e con le navi in avaria, usò un’eclisse per spaventare gli indigeni: trasformò quella sua conoscenza scientifica in strumento per soggiogarli. Il Colombo gucciniano è invece quasi inadeguato, profondamente malinconico e stanco di vagabondare, mentre Dalla e De Angelis fanno una splendida operazione di evasione e trasposizione di luoghi e personaggi, per trasformare il viaggio nell’umanissima ricerca dell’amore.

Leggi l’intervista di Claudia Erba su sardegnareporter.it