Athos Enrile di MAT2020 intervista Nicola Pisu

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Girotondo” è la terza uscita discografica di un talentuoso cantautore sardo, Nicola Pisu.

Lo scambio di battute a seguire rivela un mondo di contenuti e situazioni che non poteva emergere senza l’intervento del diretto interessato, che disegna un quadro preciso – e amaro – di un contesto sociale drammatico che è ormai quasi dato per scontato e con cui si convive, ognuno con  i propri demoni e sensi di colpa, a volte con lampi di reazione, spesso girando gli occhi dove più conviene. E se arrivare all’assuefazione dei mali quotidiani non è razionalmente giustificabile, è per lo meno capibile che, in alcuni casi, si è sopraffatti dalla stanchezza e dalla delusione.

Essere artista, nel senso ampio del termine, significa avere la possibilità di incidere concretamente attraverso simboli che, una volta creati, non potranno mai più essere cancellati, e con un po’ di fortuna o chissà cos’altro, potranno volare e toccare ogni anima esistente sulla terra. Nicola Pisu è da inserire nella categoria dei privilegiati, uomini e donne potenziali inventori di immagini che diventano indistruttibili. Il rovescio della medaglia è che Nicola Pisu sarà facilmente inseribile nella casella degli artisti frustrati, perché dopo aver creato un simile album, il minimo che si possa chiedere è una larga condivisione, cosa davvero difficile, per chiunque, di questi tempi.

Un poeta, un musicista, un uomo che traspone nei suoi brani il suo esatto modo di vivere, con un’enorme attenzione per le figure emarginate, che convivono all’interno di ogni comunità, sopportati come pezzi di arredamento, purchè non esista alcuna interferenza.

Girotondo è un album concettuale che racconta che cosa accade dal di dentro, descrivendo come possono muoversi le pedine all’interno della scacchiera, con mosse purtroppo quasi sempre prevedibili e una sofferenza diffusa che non risparmia nessuno.

Il loop di Pisu presenta come tessuto connettivo il tema della ghettizzazione, e trova conclusione nel “j’accuse” verso chi si auto assolve, considerando la propria acquiescenza un comportamento privo di colpe.

Don Andrea Gallo fa capolino e battezza Girotondo, ma come Nicola dice non si tratta di influenza determinante, ma piuttosto di condivisione di ideali comuni, che se per il “prete” sono ormai eredità di cui usufruire – almeno si spera – per Pisu sono il credo di tutto il suo percorso, e non vi è dubbio che tale DNA si trasformerà in un impegno per la vita.

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