ABACRASTA
Un giorno d’aprile del 2007 Salvatore Niffoi, scrittore Premio Campiello nel 2006, chiamò a casa per complimentarsi e ringraziarmi per la canzone, “Abacrasta”, che trassi dal suo romanzo, La leggenda di Redenta Tiria [Adelphi, 2005].
Mi disse che, in maniera rocambolesca, un suo cugino di Orani gli portò una busta contenente una lettera di presentazione e un CD, che gli era stata erroneamente recapitata, il cui mittente portava il mio nome. Rimase stupito dalla capacità di sintesi e dalle atmosfere create, e mi invitò ad andare a trovarlo in Barbagia.
Solo in piena estate, convinto da alcuni amici, partecipai alla presentazione di un suo libro e imbarazzatissimo mi presentai allo scrittore. Chiacchierammo un po’ ed egli suggerì di realizzare un concept album tratto dalla sua opera. L’idea mi piacque e nel 2008 pubblicai il mio primo lavoro discografico, Abacrasta e dintorni, liberamente ispirato a La leggenda di Redenta Tiria e a Il viaggio degli inganni [Il Maestrale, 1999]. Le storie di Abacrasta e Oropische, paesi immaginari dell’opera niffoiana, si mischiano nelle tracce del disco.
Il mio attingere dalla letteratura è un aspetto intimamente legato alle mie due grandi passioni, che sono appunto la musica e la letteratura; per questo motivo, il fatto di farle incontrare è quasi inevitabile. Spesso mi lascio ispirare liberamente (è la dicitura esatta?) dall’opera di scrittori e poeti, oppure attingo a piene mani, e mi riempio pure le tasche, dai personaggi da loro tratteggiati. Capita che i riferimenti siano palesi sin dal titolo, come se il mio scritto fosse una specie di metatesto, e, in questi casi, lo dichiaro esplicitamente con una nota.
Altre volte vi alludo e basta, salvo poi stravolgere il contenuto o deformare i personaggi che conoscono nella canzone una nuova vita o una morte differente; oppure compaiono solo delle citazioni, non necessariamente del tutto attinenti alla realtà letteraria a cui le ho strappate.
I cantautori che sanno fare bene queste pratiche, in qualche caso, fanno sì che la poesia incontri altra poesia.
Così, nei miei dischi successivi si trovano “Amore follia”, “Via di scampo”, “Ombre”, “Pin nel sentiero dei nidi di ragno”, “La strega della guerra” e “Nel cielo sia”, che hanno importunato rispettivamente Savina Dolores Massa, Álvaro Mutis, Giuseppe Dessì, Italo Calvino, Giancarlo Tusceri e Marcello Fois.
Fra le tante canzoni ancora inedite ce n’è una ispirata a “Un signore molto vecchio con due ali enormi”, racconto del 1968 di Gabriel García Márquez, ma nemmeno Edgar Lee Masters, Louis-Ferdinand Céline e Salvatore Satta possono riposare in pace. Secondo l’art. 612 bis del codice penale potrebbe configurarsi il reato di stalking, punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni, con le circostanze aggravanti conseguenti alla reiterazione del comportamento.
Ricordo che dopo la pubblicazione di Abacrasta un discografico lungimirante, che poco dopo avrebbe chiuso bottega, disse che avrei dovuto tirar fuori il mio talento scrivendo canzoni che fossero farina del mio sacco, come se quelle fossero state scippate a Niffoi; sottolineò anche un’eccessiva somiglianza con De André. In realtà, non ero un cantautore novello appena spuntato: avevo già scritto almeno duecento canzoni; fu così che decisi di fare il cantautore indipendente e di farmi crescere la barba.
Tornando a Niffoi, ci sentiamo di tanto in tanto, per raccontarci la vita, scambiarci opinioni e costruire splendidi castelli in aria, lasciandoci ogni volta con la promessa di incontrarci un giorno ad Abacrasta, tra le sughere e la calura.
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