BOOTLEG, UN’INIZIATIVA RECIDIVA ABORTITA
Qualche tempo fa è mancato pochissimo perché lanciassi, anche se con discretezza, un bootleg ricavato dalla cernita dei miei archivi musicali. Fortunatamente, in un barlume di ragionevolezza, che delle volte riguarda anche me, ho optato per un aborto volontario. È tuttavia curioso conservare la memoria di questa mancata pubblicazione quasi ufficiale, come un deragliamento benedetto e salvifico.
Le canzoni che scrivo, in qualche modo, sono come ritrovamenti di qualcosa che ho dentro, nella testa, nel cuore, nelle mani e nelle dita che arpeggiano le corde della chitarra; e ritrovamenti sono pure questi documenti audio, alcuni dei quali caricati non in elenco, ossia non indicizzati, su youtube.
Segue il testo riportato nel libriccino che avrebbe dovuto accompagnare le tracce liquide del bootleg naufragato, qualcuna delle quali dispersa nel web.
©2018
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#018BOOTLEG
Registrazioni rubate, refusi e rarità
Un bootleg è una registrazione istantanea di un evento live, spesso clandestino. Ce ne sono di pregio: penso a un live dei Sex Pistols che acquistai il secolo scorso a Londra, inciso e commercializzato su vinile.
L’audio di questi sottoprodotti discografici è per forza di cose non eccelso, se non di pessima qualità.
Di bootleg (la s per il plurale, essendo un forestierismo acquisito da tempo, non è indispensabile — non è mica una seadas!) ne ho diffusi alcuni, ma sempre a una cerchia ristrettissima di persone. Eppure, li ho ripudiati un’ora dopo averlo fatto, anche perché so che la qualità casereccia, i suoni a volte non gradevoli, sono spesso indice di scarso livello artistico, così si tende a pensare che le registrazioni riguardino uno che canticchi con piglio puramente amatoriale, solo per hobby e divertimento.
Mi consola pensare che, avendoli diffusi più che altro su audiocassette e CD, i supporti siano ormai in disuso, dimenticati, per cui è auspicabile che anche il contenuto sia rimosso dalla memoria dei pochi detentori.
Anche in questo caso, visto che ci sono ricascato (aizzato da alcune persone o forse in preda a una crisi di narcisismo), la diffusione sarà limitata solo a chi ne faccia espressa richiesta. Il bootleg in questione, essendo mutati i tempi, è scaricabile gratuitamente in versione digitale. Ho semplicemente ufficializzato la mia posizione di autore per la detenzione dei diritti.
Sono presenti numerose tracce, qualcuna ripetitiva, e canti di cicale che mi perseguitano fin dal mio approdo ad Abacrasta.
Spesso queste opere attingono da registrazioni eseguite usando microfoni amatoriali, senza il permesso dell’autore, e ciò è avvenuto per molte delle canzoni qui raccolte, ma semplicemente perché non ne ero al corrente e, avendolo saputo, non mi sarei certamente opposto: sono riprese fatte durante i concerti, nonché in qualche live in studio o refusi delle produzioni ufficiali, a partire dalle prime esibizioni da cantautore, quando suonavo con i Suoni e Rumori Popolari. Comincia e finisce con “Pianura di sale” e non mancano tartagliamenti, inciampi, deragliamenti, smarrimenti, cadute, disillusioni e note sbagliate al momento sbagliato.
Quindi, al di là della qualità, di cui siete stati informati, chi fosse interessato a ottenere questo bootleg ufficiale, basta che lo richieda via mail a info@nicolapisu.it e riceverà il link per lo scaricamento gratuito.
Si fa preghiera di non divulgazione e, da parte mia, garantisco di non pubblicizzare questa uscita se non dandone notizia nel sito, quindi alle sole persone che fra queste pagine virtuali vanno a cercare testi, dischi e canzoni, con la certezza che, anche stavolta, mi pentirò e ripudierò questo ennesimo bootleg. Se già con la pubblicazione di Canzoni sparse, album quello sì ufficiale, c’era il sospetto che potesse trattarsi di una sorta di lascito testamentario, con questo lavoro mi pare di aver fugato ogni dubbio, come il vento di maestrale fa con le nuvole. E non è che il sedicente cantautore ne esca troppo bene.