_UN NEGAZIONISTA

UN NEGAZIONISTA

Non amo scrivere su argomenti di attualità, o meglio, capita che prenda appunti e che tiri fuori una canzone, ma da lì a pubblicarla l’argomento è già sedimentato nel tempo.
Come dice Paolo Conte, “l’attualità mi fa orrore, il suo rumore impedisce di scrivere”. Figuriamoci il fracasso derivato dalla pandemia del Nuovo Coronavirus!
In questi mesi ho seguito i fastidiosi sproloqui dei negazionisti, inizialmente per curiosità, poi per cercare di capire cosa passasse per le loro menti. Li ho osservati e studiati a scopo socio-antropologico: pensavo fosse solo paura. Oggi, però, ritengo che la misura sia colma, che addirittura trabocchi, così ho sentito l’urgenza di parlare della questione negazionismo.
Avevo appuntato versi e anche un possibile titolo, “Un negazionista”, ma quando imbracciavo la chitarra la ripudiavo ai primi accordi; l’ispirazione scivolava via in una pozzanghera d’acqua sporca e fangosa. Il problema era che non riuscivo a dosare correttamente ironia, surreale e ribrezzo, poi, come un conato di vomito, alla fine l’ho buttata giù questa canzone forzata più che ispirata. Se mai dovessi eseguirla dal vivo, la dedicherei proprio a coloro che sbraitano e si riempiono la bocca con la parola libertà, come se fossero partigiani in lotta contro l’invasore, che vorrebbero costringerci a rimanere reclusi per chissà quanto tempo ancora perché non si fidano del vaccino — loro, insigni scienziati —. Proprio a loro credo potrebbe essere utile leggere gli effetti indesiderati riportati nel foglio illustrativo di un farmaco che certamente avranno utilizzato almeno una volta nella vita: la Tachipirina.
Fra i negazionisti — faccio consapevolmente di tutta l’erba un fascio — c’è addirittura chi si maschera dietro la bandiera anarchica, ma non sa che la parola libertà gli anarchici seri la accompagnano ad altri due principi irrinunciabili e inscindibili: uguaglianza e solidarietà.

Sguscia circospetto
si immette nella strada
con passo diffidente
aguzza la vista
è un negazionista
vede dappertutto
un possibile complotto
da aggiungere alla lista

Mi ero illuso che questa pandemia avrebbe apportato qualche cambiamento positivo, in termini di solidarietà. Avevo ipotizzato, affascinato dalle parole di Grossman, che potesse insegnarci a essere più umani. Pensai che la necessità evidente di un vaccino avrebbe spazzato via i novax, molti complottisti e negazionisti. E invece, questi sono prolificati, riprodottisi a dismisura: un’epidemia di ignoranza, presunzione e arroganza.
Ho sempre avuto simpatia per le minoranze risicate, ma non per questa dei Coglioni, ovvero dei Negazionisti del virus.

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