Canzoni del seminterrato

Canzoni del seminterrato
La notizia è che non c’è una vera notizia: si pensava a una sorta di album da intitolarsi Canzoni del seminterrato, che fa il verso a The Basement Tapes di Bob Dylan.
Avrebbe dovuto contenere “Canzone del tempo che passa”, “Canzone già sentita”, “La felicità e la grazia”, due versioni alternative di “Amore follia” e “Serafina”, “Canzone per Keith”, “Canzone dei Reeves”, “Epoca”, “Acabadora”, “Anima di vento”, “Un necroforo”, “Come in ogni città”, “Gli orecchianti”, “I salinieri”, “Un epitaffio”, “Marianne e i colombi”, “Iride”, “Il matematico”, “Harry e la bandiera”, “Novembre” (con una strofa in francese).  Ma le tracce sarebbero state comunque troppe e ne avrei scartato alcune per fermarmi al massimo a 13 (però non è detto che avrei rispettato questa scelta).
Effettivamente si sarebbe trattato di canzoni registrate nel seminterrato di casa, col contributo tecnico a distanza (editing, missaggio e mastering) di Roberto Corda.
Poi, smorzato l’entusiasmo iniziale, il progetto è stato abortito e si pubblicheranno solo alcune canzoni singole sul canale YouTube e Bandcamp. Dopo la fornace estiva verranno resi noti alcuni lavori.
Alessandro Baricco da qualche parte ha scritto che la gente vive per anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, quando riesce a fare ciò per cui è nata, e lì è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare.
È un pensiero che trovo bellissimo. La mia felicità, ad esempio, è spesso legata alla musica, come plasmare una canzone in studio di registrazione. Delle volte devo accontentarmi anche del seminterrato di casa, supportato da qualche vecchio amico musicista e consolato da alcuni gradi celsius in meno rispetto agli ambienti soprastanti.

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