testo LA BALLERINA DI STRACCI

LA BALLERINA DI STRACCI

(N.Pisu/N.Pisu)

 

Poi andò dritta verso una strada che non c’è

verso una strada che si illumina da sé

scomparve nel buio denso di città

senza chiederci pietà

e potremo dire l’abbiamo vista un giorno

abbiamo sentito la sua presenza intorno

La signora dei barattoli è come la vorremmo noi

una favola da vedere con occhi diafani come i suoi

in un giardino di spazzatura

senza gendarmi, senza mura

tra calici nuovi annega i pensieri

richiami incessanti di fragili ieri

In un palcoscenico di stracci è ballerina di prima fila

raccoglie l’applauso cinico di chi indignato l’ammira

con le braccia che incorniciano la testa

sotto il graticcio ruota e d’improvviso s’arresta

si libera dall’ingranaggio che la impiglia

sfoggiando i suoi passi sotto il cielo e la caviglia

A lunghi sorsi si è bevuta l’anima, resterà ad aspettare

che l’oscurità riprenda a brillare

che le insegne al neon illuminino la via

i palazzi foschi, la loro solitudine e la sua

quando ci guarda sembra che veda un poco più in là

la luce delle finestre come gli occhi della sua città

La signora senza scarpe è una storia da raccontare

una favola che affascina, che non è bene e non è male

che ci lascia increduli per un secondo

come questo spettacolo miserando

che cerchiamo invano di capire

quando a lei non resta che accovacciarsi per dormire