testo LETTERE DA SPOON RIVER

LETTERE DA SPOON RIVER

Liberamente ispirato a Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters (1915)

(N.Pisu/N.Pisu)

Poi ci avvolse un sonno

senza sogni

e ci ritrovammo qui

sulla collina

a due passi dalla vita, così lontana e vicina

falliti ciascuno

come ha potuto

il muro d’ipocrisia

abbattuto

Chi ricco e stimato

educò i figli

guardando orgoglioso

il giardino fiorire

sotto il cedro sentiva il profumo dei gigli

finché il cielo

annunciò la notte

di porpora

sull’orlo della botte

Risuona il coro

di voci che si inseguono

che sputano verità

cosa sono i crucci

le gioie, la fedeltà

del violino il canto

e la risata rauca

e i suoi mille ricordi e neppure un rimpianto

Qualcuna in un bordello

d’infelicità

qualche altra morì di parto

di parto clandestino

e chi morte trovò fra puttane e vino

prescritta da una corte

chi colpo sbagliò

chi le vele

ammainò

Chi riposa con onore

chi con rancore

la vedova tesseva

tappeti per il villaggio

chi ora paragona la morte all’amore

chi con astuzia

impoverì l’erario

la vedova

tessé un sudario

Il lamento di Emily

la vecchia zitella

la vergine di cuore

dietro ogni maestra

c’è sempre un dolore

l’adulterio di Lydia

le labbra che non negavano un bacio

per non crepare, crepare d’invidia

Chi avesse la corda al collo

ascolti le parole

di chi prima di lui

ha voluto sbarazzarsi

della feccia del mondo provando a spararsi

a che serve quando

cede l’anima avvilita

al destino

eterno della vita

Dove sono i puri di cuore

la misticità

i cercatori di virtù

svaniti nella luce

con occhi velati d’azzurro e pietà

scomparsi nella valle

oltre la collina

mangiati dalla vita

assassina

Il giudice privo del marmo

si lamenta

è sormontato da un’urna

Henry l’ubriacone

su cui spunta ironica un’erbaccia in fiore

Minerva fa un appello

del villaggio la poetessa

poesia

non cessa

Poi ci rapì il sonno

vicino al fiume

ci ritrovammo qui

senza desideri

è triste veder spegnersi il lume

risvegliarsi senza carne

con epitaffi sbagliati

da esistenza

ammazzati

Le voci dei corrotti

dei ladri e degli eroi

dei figli morti in guerra

orfani che patria

spezzò in altra terra

di donne sognanti

che ancor mormorano

fra inganni, seduzioni e disincanti