testo SERAFINA

SERAFINA

Liberamente ispirata a “La leggenda di Redenta Tiria” (Adelphi, 2005) di Salvatore Niffoi

(N.Pisu/N.Pisu)

Fino a sera Serafina

progettava il suo futuro

qualche santo appeso al muro

più clienti di un dottore

presto certa che l’amore

fosse lavoro da pagare

si mise a cancellare

i giochi di bambina

Mestiere era un mestiere

dar la pace sopra un letto

non tanto consueto

mal visto dalla gente

non per tutti e non sempre

lo sapevano i pastori

gli amministratori

i venditori di preghiere

Sempre a capire gli altri

a consolarli fra le gambe

soddisfazioni strambe

giochi di puttana

con la sapienza arcana

arrivò comunque l’ora

di vestirsi da signora

sotto gli occhi scaltri

La carne ha una scadenza

come un fiore appassisce

la pelle avvizzisce

la bellezza ci saluta

infiacchita dalla vita

arrivata a cinquant’anni

affiorano gli inganni

la sua vera essenza

A un colpo dalla fine

per un caso della vita

prima che sia finita

la luce ritornò

quel fiume ricordò

gli sciami di crisalidi

degli anni andati aridi

ma belli come il sole

Fino a sera Serafina

progettava il suo futuro

qualche santo appeso al muro

più clienti di un dottore

presto certa che l’amore

fosse un dono da onorare

si mise a ricordare

i giochi di bambina