testo TOLÙ

TOLÙ

Liberamente ispirata alla vita del brigante sardo Giovanni Tolu (1822-1896)

(N.Pisu/N.Pisu)

 

In un piccolo paesino dipinto tra i boschi

aspro come la campagna svegliata dal mattino

quando il cielo era più blu e ogni preghiera più pesante

quando lo scoppio d’un fucile era il segno di Tolù

Il vento tra i comignoli, nel cappotto d’orbace

a Funtana Manna legature che non danno pace

che Dio prenda quelle anime, che quelle anime vadano a Dio

e a ognuno il proprio posto, che questo è il posto mio

Un sopruso subito, uno sputo all’onore

qualche scudo il rimedio, con Tolù il bandito

per uno sgarro di troppo, da un covo segreto

s’affacciava una canna pronta a far fuoco

I gendarmi dietro i passi, il brigante nelle bocche

dei contadini sopra i campi e delle spie sotto i sassi

i cavalli giorno e notte battevano il cammino

monti e valli profonde a scovare l’assassino

Un rosario in mezzo al prato, una Madonna preparata

a ogni macchia di sangue, per un brigante innamorato

la valle di Sette Chercos a lusingare prete e bandito

meglio perderlo o salvarlo, meglio non essergli nemico

Dopo trent’anni a scappare, di novene al Signore

appostamenti tra le rocce, fu il codice penale

una folla di gente fin su, con gli occhi arrossati

un rammaricato addio che accompagnasse Tolù

Ma Maria è giovane e bella, è sana e buona come la mamma

ha nelle labbra le sue labbra e negli occhi questa terra

ma Maria è cresciuta bella, è sana e buona come la mamma

ha un letto dove morire a Funtana Manna

Se ogni storia ha una fine, questa tardò a finire

torna ancora alla memoria, come boato d’un fucile

una lepre scorrazzare, un berretto da contadino

un carabiniere a cavallo, un brigante d’un paesino