testo UN SOGNO SUL LUNGARNO

UN SOGNO SUL LUNGARNO

a Franco Serantini

(N.Pisu/N.Pisu)

Vendevano Pisa d’avorio

bandierine tricolori

e palloncini colorati

tutto intorno al riformatorio

Dov’è la bottega del vinaio

sul Lungarno Gambacorti

tra le vie Toselli e Mazzini

si truccavano gli assassini

Ci andasti perché ci si crede

a quell’ideale smisurato

senza grate fra te e il cielo

come l’acrobata ferroviere

Ricciuto, sardo e anarchico

con occhiali da miope

nella tua giacca marrone

sul precipizio del burrone

Non eri d’accordo con nessuno

un cane solo senza padroni

dopo il Ponte di Mezzo

finalmente in mezzo a qualcuno

Rovistando fra le tue disgrazie

accumulate negli anni

assaporando la libertà

ostinata quanto la felicità

Che differenza vuoi che ci sia

tra un brefotrofio e una prigione

le stanze sono strette uguali

per un’ansia sociale come la tua

Si può morire a vent’anni

in una sera di maggio

con un sogno impossibile

dopo una vita invisibile