Un poeta che parla di cantautori: Gianni Priano

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E vola lenta nel buio. Questo ragazzo o ex ragazzo, questo giovane signore con le mani che sopra hanno la peluria dei sardi (credo che questa sia una cazzata ma la scrivo lo stesso, se non altro per non perdere l’abitudine a farmi dare botte di scemo) è uno dei tanti che poi, a ben vedere sono pochi, che se fossero nati tra il 1940 e il 1950 oggi sarebbero un ricordo caro a moltissimi, una realtà presente e ricca di prestigio. Gli è andata male. Hegel scriveva che chi ha ragione troppo presto è un disgraziato. Max Manfredi, Gabriele Priolo, Oliviero Malaspina, Paolo Gerbella e lui, Nicola Pisu, invece hanno avuto ragione troppo tardi. Quando il mercato (parola del gatto) si era già voltato dall’altra parte. Così le loro belle canzoni (in alcuni casi bellissime canzoni) hanno un pubblico molto privato, hanno un ossimoro ascoltante e attento. Sono conosciuti poco più di poeti come Gianni D’ Elia, Franco Buffoni, Mariangela Gualtieri. E parlo di poeti famosi.
Una noticina. Tra loro c’è anche Franco Boggero che, però, occupa uno spazio che sembra fatto per il minuto ascolto. Le sue canzoni sono fatte per essere adorate (altra parola del gatto) da gruppi esigui. Quindi lui è nato giusto. In termini di applausi e platee. In termini di diffusione del suo lavoro però no. Meriterebbe anche lui un altrettanto ampio spaccio di dischi o cd o quello che diavolo sono.
(Gianni Priano, novembre 2020)

SINTESI BIOGRAFIA DI GIANNI PRIANO, A CURA DI OLIVIERO MALASPINA
Gianni Priano, Genova (1962), di mestiere fa l’insegnante in una scuola che riesce ad essere di frontiera pur trovandosi nel cuore della città. Ha pubblicato le solite recensioni, i soliti versi, i solitissimi racconti su riviste sparse e diversi libri di, chiamiamole, poesie oltre a un testo di semi-critica letteraria, Le violette di Saffo (Il Ponte del Sale, 2011). Cura Il Foglio, rivista culturale della Biblioteca ‘Adriano Guerrini’ di Tiglieto. Un cd di canzoni con testi suoi e musica e voce di Giovanni Peirone è appena uscito e si intitola, sommessamente, non è niente. Appena può, scappa ai Pliz, nella sua casa collinare piantata nel matrio Alto Monferrato, tra prati incolti che furono vigne e boschi nei quali è ritornato il lupo. Con Pentàgora ha pubblicato Gioghi di parole (2018) e – insieme con Simona Ugolotti – Stradiario Genovese (2019). È in lavorazione, sempre presso i tipi di Pentagora, un altro libro che tratta di bestie di dentro e di fuori.

Retrospettiva su Genova. Oliviero MALASPINA intervista il poeta Gianni Priano